Brainstorming Normativa Speciale
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Questa pagina è stata creata come un punto di riferimento per la normativa speciale esistente (e futura) a proposito dei laboratori di fabbricazione digitale (anche noti come fablab, makerspace, hackerspace, etc.) poichè all'interno di questo nascente comparto innovativo ogni laboratorio nel suo piccolo si trova spesso ad affrontare le medesime problematiche di natura giuridica; segnalazioni per modifiche e integrazioni alla presente pagina possono essere fatte scrivendomi una mail a s.mestre [at] gmail.com o partecipando all'apposita discussione all'interno del gruppo Facebook "Fabber in Italia"
Contents |
Normativa di riferimento attuale
Qui di seguito, in via sintetica e per il momento non ancora esaustiva, alcuni riferimenti normativi attuali che possono riguardare i laboratori di fabbricazione digitale:
- ...
Da segnalare inoltre, perché alcuni laboratori rientrano già in questa categoria e anche come "precedente illustre", la normativa speciale D.L. 18/10/2012 n° 179, G.U. 18/12/2012 - "Decreto crescita 2.0" in particolare nella sezione relativa alle start-up innovative.
Un "Testo unico dei laboratori di fabbricazione digitale"?
Quello che segue è il risultato di un'attività di brainstorming che si sta svolgendo a proposito di una normativa speciale a livello nazionale che interessi tutti i tipi di laboratori di fabbricazione digitale (fablab, makerspace, hackerspace, ...). Alla luce delle numerose criticità emerse sin dalla prima fase di lavoro (lug-2015) sono state avanzate nell'ambito della mailing list del coordinamento veneto numerose proposte e idee per una normativa speciale nazionale, da sottoporre a una convention di digital champions e in ultima istanza al legislatore come una proposta strutturata, che possa raccogliere e sintetizzare diversi contributi e punti di vista.
Brainstorming Gruppo "Coordinamento Veneto"
Quello che segue è un estratto per punti salienti della discussione che si sta svolgendo tra i 18 laboratori veneti che hanno passato la selezione dell'omonimo bando per la concessione di contributi della Regione Veneto FAS 2000-2006:
- [...] sarò sintetico:
- marchiatura CE si attrezzature auto costruite o assemblate e comperate in kit
- regolamentare lo status di Fablab
- ragione/denominazione sociale, ovvero associazioni vs imprese,spartiamo tutti un mercato ma con responsabilità diverse. (potremmo far nascere una ragione sociale ad hoc per i fablab, tipo s.v.s società di capitali a vocazione sperimentale o ricerca e sviluppo condiviso ecc...ecc?)
- facilitare (via internet) la registrazione di brevetti o disegni o opere d'ingegno. anche con canali diretti e specifici per Fablab, o registrazioni in abbonamento
- defiscalizzare gli incarichi di R&D che le aziende conferiscono ai Fablab. (ad esempio recupero fiscale degli importi fatturati nei 10 anni successivi )
- diritto fallimentare per start up innovative esteso a tutti i fablab, o eventualmente revisione dello stesso in senso ancor meno punitivo {venezia}
- polizza assicurativa che possa coprire i rischi di chi utilizza i macchinari del FabLab {2ville}
- una cosa che potrebbe tornare utile al laboratorio e al movimento dei FabLab in generale è in qualche modo di regolamentare la paternità di un'invenzione svolta nel FabLab; mi spiego meglio: fermo restando la proprietà intellettuale dell'inventore e i suoi diritti di sfruttamento dell'idea (come citato dal Fablab Charter) , potrebbe essere interessante poter mettere una specie di marchio del Fablab dove è stato realizzato il progetto, tipo "Made in FabLab xxx" che non dà nessun diritto di sfruttamento ma è un piccolo riconoscimento al FabLab che ha stimolato e ha contribuito alla realizzazione dell'idea. Questo 'piccolo marchio' creerebbe un circolo virtuoso tra i FabLab e contribuirebbe a far conoscere e promuovere il singolo FabLab ma anche il movimento in generale. Naturalmente l'apposizione del marchio sarebbe a discrezione dell'inventore ma se venisse regolamentata si potrebbe costituire un database delle invenzioni realizzate nei FabLab che di fatto sarebbe un indicatore di qualità (un po' come il meccanismo delle pubblicazioni dei gruppi di studio in università). {officine digitali}
- questione sicurezza: come conciliare richieste normative e autocostruzione? {castelfranco}
- Per quale motivo tutti i macchinari del fablab devono avere le certificazioni di conformità? Se un dipendente viene pagato per fare dei lavori la ditta deve garantire condizioni di lavoro secondo normative sicurezza ecc. , ma se una persona usa un macchinario a sua discrezione, quando e come vuole, senza uno scopo particolare e assumendosi le proprie responsabilità è una cosa abbastanza diversa! A mio avviso la priorità è quella di formulare un documento di scarico di responsabilità a salvaguardia del fablab che mette a disposizione dei macchinari artigianali senza certificazioni piuttosto di concentrarsi su come certificarli. {cre.ta}
- parziale deroga a tutta la normativa esistente, ivi compreso il 81/2008 {crunchlab}
- secondo me i FabLab specialmente quelli a finanziamento pubblico sono tenuti a svolgere un ruolo sociale per la diffusione dei messaggi a livello scolastico e ai cittadini. Da punto di vista del manifatturiero digitale dovrebbe essere dato un riconoscimento formale del ruolo che svolgono per diffondere la cultura dell'innovazione e quindi oltre alla detraibilità fiscale delle spese in R&D da parte delle aziende essere inseriti a pieno titolo nelle misure per l'innovazione. competitività e attività porduttive. L'importanza di stabilire dei contatti internazionali e quindi aprire dei canali per i FabLab siano economicamente incentivati a gemellaggi con FabLab esteri in maniera da poter diffondere il tema della internazionalizzazione nel tessuto economico. Formalizzare e rendere standard la possibilità di poter svolgere gli stage fatti dagli studenti in periodo scolastico presso i FabLab e iniziare un percorso di riconoscimento di tale esperienza come attività professionalizzante {del}
- Proseguendo sulla linea di Paolo sarebbe interessante capire se c'è un percorso normativo che si può fare per avere una certificazione delle competenze acquisite nel FabLab ovvero una specie di attestato ufficiale di "Maker" riconosciuto a livello nazionale in modo da poterlo inserire a curriculum. Da qui si potrebbe costruire anche la possibilità di ospitare persone in stage, crediti formativi, ecc. Questa cosa sarebbe veramente la miccia che fa saltare in aria la polveriera! {officine digitali}
- Per quanto mi riguarda immaginerei quattro ordini di riflessioni [...]:
- governance: chiedere l’istituzione di un tavolo di coordinamento, nazionale o federazioni regionali; qui le proposte di Paolo e Dino potrebbero essere avanzate e discusse in ordine a una:
- legge quadro
- interventi normativi ad hoc (es. riconoscimento crediti formativi)
- accreditamento come membri dei tavoli partenariato dei POR/PON
- incentivi fiscali: estendere la disciplina di favore per start up innovative o pmi innovative indipendentemente dalla forma giuridica dei FabLab (o denominazione crunch lab, maker space etc), che vanno dall'esclusione dal versamento dell'imposta di bollo, dai crediti di imposta in favore delle nuove assunzioni alle detrazioni Irpef e deduzioni Ires in favore degli investitori
- credito imposta: estendere ai FabLab la possibilità di essere tra i destinatari di commesse di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo (come Università, Laboratori, centri di ricerca e start up innovative)
- forme contrattuali: fattispecie ad hoc per chi opera e sperimenta nel FabLab senza essere socio/associato o dipendente (stage, prestazione occasionale, etc)
- facilitazioni: tavoli interregionali con istituti credito e assicurativi per condizioni uniformi e privilegiati {portogruaro}
- provo a dare un contributo alla riflessione, per punti:
- un riconoscimento formale dello status, intendendo con ciò la formalizzazione di una presenza di fatto;
- l'avvio di un possibile percorso come quello che ha visto coinvolti incubatori e startup innovative, cioè la definizione di un quadro normativo ad hoc che possa prevedere interventi di defiscalizzazione nonché normazione di quei "buchi neri" nei settori: assicurazione, autocostruzione, permessi, per poter creare incentivi alla nascita / garanzie per lo sviluppo, della rete e del settore;
- un tavolo di confronto (mi sembra si sia a buon livello su questo punto) che permetta di far comprendere le potenzialità della delocalizzazione territoriale della produzione soprattutto in un paese come quello italiano che vede la grande maggioranza del suo tessuto produttivo essere composto da PMI a vocazione artigianale;
- l'importanza di sostenere economicamente e non percorsi di formazione predisposti dai Fab Lab per gli attori del tessuto produttivo di riferimento per creare le condizioni di nuove sinergie tra vecchie e nuove competenze. {poplab/nicola}
- [...] l'accesso ai diritti e alle opportunità, implica necessariamente una definizione dei doveri e delle regole per ottenerli. Ecco alcuni temi sparsi tanto per spiegarmi:
- definizione delle figure professionali che operano nei fablab ( o spazi affini) , delle competenze, dei limiti e responsabilità, del cv e del suo percorso formativo
- definizione di un albo professionale per le diverse figure
- certificazione del prodotto e servizio erogato (ad esempio, se si fa formazione, e vuoi riconosciuti crediti, qualcuno deve autorizzarti e dire che sei bravo a farlo)
- valutazione dell'impatto e dei risultati ottenuti
an so on.... Capisco che sono argomenti sensibili. Considerando soprattutto il clima scapigliato che accompagna il mondo della manifattura digitale, che rappresenta a mio avviso la sua forza ma anche il suo limite. Ma la misura e la valutazione del richiedente (il bando della Regione Veneto docet), definisce la richiesta, la precede. Perchè definisce l'oggetto e il discrimine per distinguere da altro. Perchè le risorse, se ci sono ( e sono sempre scarse), vadano a chi lo merita in definitiva. Coglierei pertanto questa occasione per riflettere anche su questo lato, in un percorso che chiamerei "out of fuffa". Che se non facciamo noi, i soggetti attivi, faranno altri per noi ( e che certamente farà il mercato). Inevitabilmente. {poplab/enrico}
- le risorse (contributi, incentivi fiscali) sono una cosa che richiede tempo; altro è una semplificazione a budget-zero, che si può
fare subito, definendo uno status e una normativa ad-hoc {crunchlab}
Brainstorming Gruppo "Fabber in Italia"
Quello che segue è un estratto per punti salienti della discussione, estesa a livello nazionale, che si sta svolgendo tra i partecipanti dello storico gruppo Facebook "Fabber in Italia":
- ciao a tutti! forse è l'ora di un serio brainstorming a proposito di una normativa speciale a livello nazionale che interessi tutti i tipi di laboratori di fabbricazione digitale (fablab, makerspace, hackerspace, ...)? {sebastiano}
- Mi sembra un'ottima idea. La priorità a mio avviso non é cercare sgravi fiscali e simili, ma risolvere in modo chiaro le questioni sulla sicurezza dei lavoratori e commercializzazione dei prodotti fabbati. My two cents {enrico}
- Finalmente posso partecipare a questo gruppo! Per meglio capire, ho provato a dare un insieme organico alla narrativa della pagina di brainstorming. Ho individuato tre macroaree di ricerca:
- FABLAB -Una struttura formale che, riconoscendo in premessa il fablab come misura di innovazione sociale, consegua i seguenti effetti:
- Una speciale disciplina di “fine-vita”;
- Uno speciale regime fiscale per il fablab, i suoi committenti e i suoi finanziatori;
- Automatico accreditamento tavoli POR et similia
- Un regime in deroga in materia di
- Assicurazione
- Sicurezza
- Certificazione di conformità dei macchinari
- L 81/08
- MAKER
- La costituzione di un albo che si occupi di rilasciare il titolo di “makers” a condizione della sussistenza di determinati requisiti ed il permanere di questi nel tempo. Il rilascio di tale titolo dovrebbe costituire uan sorta di controllo qualità formale.
- Costituzione di un gruppo di rappresentanza che si occupi di istituire canali privilegiati tra i makers e gli istituti di credito e assicurativi che garantiscano condizioni speciali di accesso a determinati servizi
- DIRITTI INTELLETTUALI
- Rapporti interni: regolare i rapporti tra il singolo makers e il fab lab di appartenenza
- Rapporti esterni: richiedere canali di accesso privilegiato alle procedure di tutela delle opere dell’igegno
Se ho ben inquadrato i termini della questione, sarò felice di offrire il mio umile contributo leguleio. {michela}
- A parere mio occorre partire da una domanda: che cosa è un FABLAB? In giuridichese esso è una organizzazione di cose e persone orientate ad uno scopo. Come un azienda ( del V libro del codice civile), ma la cui intrinseca potenzialità innovativa è talmente preponderante da farne uno dei principali strumenti di innovazione sociale a nostra disposizione oggi, peculiarità questa che la avvicina -invece- alle associazioni (del primo libro del Codice civile).
E’ una organizzazione di cose e persone orientate ad uno scopo, dicevamo. Uno scopo “interno” di erogazione di servizi di mentoring, tutoring, ricerca pura, incubatrice strurt up, uso di macchinari, prototipazione rapida etc… Uno scopo “esterno” di erogazione di servizi di ricerca e sviluppo a committenti terzi, gestione di diritti di proprietà intellettuale, corsi, seminari etc etc Mentre lo scopo interno potrebbe ben essere proprio di una associazione, lo scopo esterno ha più marcate caratteristiche imprenditoriali. Una associazione differisce da una società commerciale per tante cose, ma la più importante è: pur potendo svolgere attività di impresa ( entro certi limiti) l’associazione non può dividere gli utili; la società commerciale fà impresa e divide gli utili.
Le associazioni partono già da un regime fiscale di base agevolato e sarebbe più semplice immaginare un intervento sui fablab come già è stato fatto per le onlus ( le onlus sono associazioni ma, grazie a caratteristiche loro proprie peculiari godono di specifiche agevolazioni). Il fattore degli utili, però, non è di scarso peso. Questa è una rivoluzione industriale vera e propria. Il potenziale economico-industriale del settore è limitato solo dalla nostra immaginazione e questo mal si concilia con la forma associativa. La forma associativa potrebbe costituire un limite rispetto certe committenze
E allora si potrebbe immaginare una forma dinamica, dipendente dal fattore “X” (fattore innovazione sociale?) che immagino come il rapporto tra il volume d’affari interno ed esterno. Il regime di partenza di tipo associativo/speciale ( agile e fiscalmente agevolato), si trasforma in altra struttura societaria/speciale ( diversamente agile e diversamente agevolato)
Quanto maggiori saranno le attività di promozione e incubazione culturale economico e sociale, maggiore sarà la possibilità di mantenere regimi agevolati anche in presenza di grandi volumi di affari prodotti da committenze esterne.
Si otterrebbero così 2 risultati: sostegno alla diffusione dei fab lab con un regime di partenza particolarmente agevolato. Sostegno effettivo e concreto ai fab lab che funzionano come veri laboratori collaborativi, a prescindere dal mero dato economico. SI allontana altresì la possibilità di interpretazioni elusive della norma ( pensate alle esercenze commerciali travestite da assocaizioni culturali). Do ut des: se vuoi avere un aiuto dallo Stato ( sottoforma di agevolazioni fiscali e normative) devi aiutare lo Stato ( sotto forma dei servizi “interni” che offri attraverso il fab lab). {michela}
- IMHO in funzione degli obiettivi che i fabber si danno (nonchè di fattori come limitazione di responsabilità, distribuzione degli utili, oneri di gestione, etc.) le forme esistenti sarebbero già sufficienti e in realtà solo APS e SRL/S (più eventualmente SCARL) potrebbero coprire il 99% delle esigenze {sebastiano}